Il lupo può cambiare l’ambiente e l’ecosistema in cui vive

Il lupo può cambiare l’ambiente e l’ecosistema in cui vive.

E’ incredibile come una singola specie possa avere un’influenza così grande su un territorio: i lupi reintrodotti a Yellowstone diminuirono la popolazione di cervi, e di conseguenza aumentarono la vegetazione (salici) di cui i cervi si nutrivano.

Questo permise ai castori di tornare a costruire dighe usando il legno dei salici, e le dighe crearono un habitat favorevole per varie specie di uccelli e pesci.

Ultima cosa ancora più incredibile: l’aumento della vegetazione diminuì l’erosione del letto dei fiumi, stabilizzando il loro corso.

Insomma, la reintroduzione del lupo innescò una reazione a catena che portò a profonde modifiche del territorio e della popolazione delle altre specie.


Il lupo grigio (Canis lupus Linnaeus, 1758), detto anche lupo comune o semplicemente lupo, è un canide, presente nelle zone remote del Nordamerica e l’Eurasia. È il più grande della sua famiglia, con un peso medio di 43–45 kg per i maschi, e 36-38,5 kg per le femmine. Come il lupo rosso, il lupo grigio si distingue dagli altri membri del genere Canis per le sue maggiori dimensioni e per il suo muso e le orecchie meno appuntite. Il suo mantello invernale è lungo e folto, di colore prevalentemente grigio variegato. Alcuni esemplari presentano anche mantelli bianchi, rossi, bruni o neri.
 
È la specie più specializzata dei Canis: lo dimostrano l’adattamento alla caccia grossa, la sua natura gregaria e il suo linguaggio del corpo avanzato.Ciononostante è ancora abbastanza vicino geneticamente agli altri Canis, inclusi il coyote e lo sciacallo dorato da poter produrre ibridi. Il suo parente più vicino è il cane domestico, con cui condivide un progenitore comune che si divise 14.900 anni fa.
 
È l’unico Canis presente sia nel vecchio che nel nuovo mondo. Il lupo apparve per la prima volta nell’Eurasia nel Pleistocene, giungendo in Nordamerica almeno tre volte durante l’epoca Rancholabreana. È un animale sociale, il cui gruppo sociale consiste di una famiglia nucleare. Il lupo è tipicamente un predatore alfa, minacciato seriamente soltanto dagli umani e dalle tigri. Si ciba prevalentemente di ungulati di grossa taglia, ma anche di animali più piccoli, bestiame, carogne e spazzatura.
 
Il lupo grigio è uno degli animali meglio conosciuti e studiati. Su di esso sono stati scritti più libri che su qualunque altro animale selvatico. Ha una lunga storia d’associazione con gli umani, essendo detestato e perseguitato dalla maggior parte delle comunità pastorali, ma rispettato sia dalle comunità agrarie che da quelle di caccia e raccolta. Sebbene la paura dei lupi sia caratteristica di tante culture umane, la maggior parte degli attacchi sugli umani sono stati attribuiti ad animali rabbiosi. I lupi non rabbiosi hanno attaccato e ucciso esseri umani, soprattutto bambini, solo sporadicamente, essendo timidi per natura.
 
Un tempo fu uno dei mammiferi più diffusi al mondo, soprattutto nell’emisfero boreale, prima che la persecuzione da parte dell’uomo provocasse la sua estinzione in gran parte dell’Europa occidentale, Messico e Stati Uniti d’America. Attualmente il lupo si trova soprattutto nel Canada, negli USA in Alaska, in Europa settentrionale e Asia settentrionale. In Italia è presente, sugli Appennini e Alpi occidentali, una sottospecie, il lupo appenninico (Canis lupus italicus), mentre sulle Alpi orientali è presente qualche esemplare della sottospecie tipica (Canis lupus lupus). Il declino delle popolazioni dei lupi grigi si è arrestata negli anni settanta, conducendo alla ricolonizzazione e la reintroduzione artificiale in zone in cui un tempo era estinto. Questo cambiamento è avvenuto grazie alla protezione legale e ai cambiamenti nella gestione rurale; tuttavia concorrenza con l’uomo per il bestiame e la selvaggina, le preoccupazioni sulla possibilità di aggressioni e la frammentazione del suo habitat, continuano a rappresentare una minaccia per la specie. Malgrado ciò, è a “rischio minimo d’estinzione”, secondo la lista rossa IUCN.

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