La maleducazione dei padroni spesso rende obesi i loro amici a quattro zampe

La maleducazione dei padroni spesso rende obesi i loro amici a quattro zampe, consigli utili perchè questo non avvenga.

Spesso le persone in sovrappeso vengono indicate come “ritratti della salute” e chi potrebbe negare che un bimbo roseo e paffuto non lo sia … ma bisogna stare attenti a non superare la soglia che dall’abbondanza porta all’ eccedenza. Ormai è risaputo che la virtù sta nel mezzo e che gli eccessi, di qualunque natura, hanno sempre un’accezione negativa e così se paffuto è bello, grasso lo è un po’ meno e obeso non lo è affatto!! Naturalmente non si sta parlando di aspetto puramente fisico, inteso in senso estetico, per il quale ognuno è libero di esprimere un proprio personale gusto, ma delle implicazioni di carattere sanitario determinate dall’eccessivo accumulo di tessuto adiposo. Quello che sembra un discorso di pertinenza esclusiva dell’essere umano, in realtà è valido anche per gli animali domestici che con lui condividono l’esistenza e che finiscono sempre di più con l’acquisire tratti e caratteristiche comuni, nel bene e ahimè nel male. I proprietari tendono a trascurare il problema dell’obesità o a non considerarlo tale, ritenendo appetito e rotondità delle forme affidabili parametri di valutazione dello stato di salute del proprio animale, senza rendersi conto dei rischi legati all’eccessivo aumento di peso. L’obesità infatti predispone a diverse patologie quali il diabete mellito, problemi cardio vascolari, osteoarticolari e riproduttivi e ancora lipidosi epatica, patologie urinarie e problemi cutanei. Nel gatto l’obesità di associa a ridotta resistenza fisica e intolleranza al caldo. Nel cane l’obesità aumenta il rischio chirurgico e anestesiologico, incidendo infine sul benessere generale e le aspettative di vita. Nel coniglio il grasso depositato nell’addome può rendere incapace l’animale di ingerire il suo cecotrofo direttamente dall’ampolla rettale ed in ultima istanza causargli una insufficienza vitaminica legata alla perdita dei nutrienti di questo importante bolo di feci fermentate. Negli uccelli la grande quantità di grasso sembra correlata allao sviluppo di neoplasie come i lipomi e xantomi. In tutti i roditori e lagomorfi e istricomorfi il grasso riduce le aspettative di vita e riduce la funzionalità degli organi emuntori. Generalmente si considera obeso un soggetto con un aumento ponderale maggiore del 30% rispetto al suo peso ideale, ma anche senza l’ausilio di calcoli matematici possiamo facilmente renderci conto delle condizioni corporee del nostro pet con semplici osservazioni: se colonna vertebrale e costole sono apprezzabili accarezzandolo, ma risultano un po’ ammorbidite da uno strato adiposo, la pancia è un po’ sporgente e guardandolo dall’alto la forma del tronco è uniforme, senza rientranze a livello dei fianchi, probabilmente è un po’ sovrappeso; se le costole non si sentono affatto, la pancia è molto sporgente e dall’alto la forma è a “botte”, stiamo ormai sconfinando nell’obesità. Questa condizione talvolta è determinata da squilibri endocrini quali ipotiroidismo, morbo di Cushing, castrazione, trattamenti prolungati con cortisonici, ma nella maggior parte dei casi è dovuta ad uno squilibrio energetico tra l’apporto fornito dalla razione e il consumo, in relazione all’età del soggetto, alla sua attività, stile di vita e stato di salute: un cucciolo o una femmina in lattazione hanno esigenze diverse da quelle di un soggetto anziano o sterilizzato e un chihuahua che trascorre il suo tempo tra divano, letto e borsetta da passeggio le ha differenti da un cane da caccia o da soccorso e così via. In poche parole, tranne in casi particolari, il sovrappeso è conseguenza di una sovralimentazione e uno scarso esercizio fisico. Se ridurre le dosi giornaliere del cibo abituale ci sembra una barbarie, può essere utile passare ad un alimento che sia meno “carico”, a bassa densità energetica, ma con un corretto apporto di proteine e minerali, facendo attenzione però a ridurre anche i “fuori pasto”, gli snack, a non farci impietosire da quegli occhioni supplicanti che elemosinano cibo da sotto il tavolo della cucina! Ma il movimento non è meno importante: piccole passeggiate frequenti sarebbero l’ideale, in alternativa dedicare almeno mezz’ora, un’ora al giorno ad attività ludiche apporta evidenti benefici al corpo e alla mente e non solo di Fido. Nel caso dei gatti può giovare suddividere la razione in tanti piccoli pasti, anziché lasciare il cibo a disposizione e per favorire l’attività fisica del micio di casa si può ricorrere all’arricchimento ambientale usando cordicelle, scalette, palline, tronchetti, se poi nascondiamo parte del cibo, stimoliamo anche il suo naturale istinto predatorio evitando nel contempo che si annoi. Anche in questo caso vale quanto più volte detto: siamo noi responsabili della salute e del benessere dei nostri animali, non è vero che si autoregolano e non si aprono frigo e dispensa da soli.

fonte: http://www.veterinaricasalesulsile.com

 

 

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