Si è tolta la vita l’operaia che denunciò i suicidi in Fiat
“Non si può continuare a vivere per anni sul ciglio del burrone dei licenziamenti”, scriveva tre anni fa Maria B., parlando dei “suicidi in Fiat”.
La donna, 47 anni, operaia in cassa integrazione del reparto logistico Fiat a Nola, si è uccisa nel suo appartamento di Acerra (Napoli) lo scorso martedì, ma il cadavere è stato ritrovato soltanto dopo quattro giorni.L’allarme lo hanno dato alcuni vicini, preoccupati dai cattivi odori che provenivano dalla casa.
“L’intero quadro politico-istituzionale che da sinistra a destra ha coperto le insane politiche della Fiat”, scriveva, “è corresponsabile di queste morti insieme alle centrali confederali”. Maria accusava la Fiat e Marchionne di “fare profitti letteralmente sulla pelle dei lavoratori che sono costretti ormai da anni alla miseria di una cassa integrazione senza fine e a un futuro di disoccupazione”.
“Il tentato suicidio di oggi di Carmine P., cui auguriamo di tutto cuore di farcela, il suicido di Agostino Bova (ex operaio di Termini Imerese) dei giorni scorsi, che dopo aver avuto la lettera di licenziamento dalla Fiat per futili motivi è impazzito dalla disperazione ammazzando la moglie e tentando di ammazzare la figlia prima di togliersi la vita, sono solo la punta dell’iceberg della barbarie industriale e sociale in cui la Fiat sta precipitando i lavoratori” aggiungeva. “Anche per questo la lotta dei lavoratori Fiat contro il piano Marchionne e a tutela dei diritti e dell’occupazione rappresenta un forte presidio di tenuta democratica per l’intera società”.
La donna si è uccisa sferrandosi alcune coltellate all’addome. Da sei anni era in cassa integrazione, ma l’ammortizzatore sociale sarebbe scaduto il 13 luglio. Dopo la separazione dal marito di qualche anno fa, Maria viveva da sola e secondo amici e colleghi soffriva di crisi depressive.
Fonte http://news.you-ng.it/2014/05/26/si-tolta-vita-loperaia-denuncio-i-suicidi-in-fiat/