Idolatrato e osannato da folle intere, letteralmente impazzite per te, seguito da schiere infinite di uomini, tirapiedi, lecca culo e ruffiani che vogliono copiare e ripercorrere il tuo cammino, corteggiato ed ambito da milioni di donne che sarebbero disposte a tutto per te e ad accondiscendere volontariamente a qualsiasi tuo capriccio sessuale, il classico slogan dell’uomo, che non deve chiedere mai, ed ottiene sempre tutto quello che vuole e realizza sempre i suoi sogni.
In realtà il titolo è molto forte, io nella mia vita, se avessi potuto scegliere, sarei voluto essere un John Lennon o al massimo un Bob Dylan, non sicuramente Donald Trump, ma cambiando il fattore degli addendi, il risultato non cambia, cambia il contenuto, non la forma del successo, nel senso che sarei sempre stato osannato da folle intere di miei simili, pronti ad idolatrarmi e a cercare di ripercorrere il mio cammino e ambito e corteggiato da milioni di donne.
Che sia un attore, un regista, un cantante, un atleta, un politico, qualsiasi sia la persona o il personaggio che volevate essere e a cui avete ispirato la vostra vita, poco importa, perchè il succo del discorso, rimane sempre il successo e il riconoscimento e l’approvazione di milioni di vostri simili e la realizzazione dei vostri sogni.
A mio parere è questo che ha fatto la differenza nella vittoria alle elezioni americane, l’identificazione spasmodica del uomo e della donna della strada nel uomo di successo, che è quello che ha contraddistinto la politica italiana degli ultimi 20 anni con il Berlusconismo e l’antiberlusconismo.
L’identificarsi nel uomo di successo, solo al comando e decisionista, che prende in mano le redini della propria vita, realizzando tutti i suoi sogni, contro tutto e contro tutti, il voto per Trump o Berlusconi o chi volete racchiude tutto questo, milioni d’individui che votano l’uomo di successo con la vana speranza di diventare come lui.
Il successo ed il fallimento sono parti fondanti della cultura americana, è la percezione di come appari o riesci ad apparire ai tuoi simili, che fanno di te un winner o un loser, che determinano il tuo successo, poco importa se tu nel tuo intimo ti senti un vincente e non un perdente, perchè nella vita e nella nostra società, non basta dire io sono un vincente, lo sei, solo se i tuoi simili ti reputano tale, tutti noi vorremmo essere qualcosa che non siamo e che magari nell’intimo di noi stessi pensiamo di essere ma che appena proviamo ad esternarlo ai nostri simili scateniamo grandi risate ed ilarità nei nostri confronti, ed è a questo punto che secondo la cultura americana, sei tu che devi dimostrare di esserlo veramente e trasformare le risate in applausi e le battute in approvazioni scroscianti.
Tutto questo ad alcuni di voi risuonerà come alquanto banale, talmente banale che ha decretato la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane, il successo è banale, che ci vuole, basta un sogno e saperlo realizzare ed il gioco è fatto, talmente banale che per l’uomo e la donna della strada sarà praticamente impossibile da realizzare, perchè il messaggio della nostra società ma soprattutto di quella americana è che tutti ce la possono fare, basta piazzare ologrammi di successo qua e la, pubblicizzarli ed il gioco è fatto, la grande illusione del successo alla portata di tutti, basta volerlo, si realizza in scala a livello mondiale.
Per quanto mi riguarda, io nella mia vita ho sempre guardato più al contenuto che alla forma, è per questo che ho sempre sognato di essere un Bob Dylan ma non mi è mai passato dall’anticamera del cervello di sognare di essere un Donald Trump.
Articolo di Luca Vivarelli