LE FRASI PIÙ TERRIFICANTI DETTE DAI BAMBINI AI PROPRI GENITORI

LE FRASI PIÙ TERRIFICANTI DETTE DAI BAMBINI AI PROPRI GENITORI

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Essere bambini vuol dire divertirsi, imparare a conoscere il mondo attraverso il gioco, le risate, l’amore della propria famiglia. Nonostante la spensieratezza e l’affetto, alcuni aneddoti raccontati da genitori e parenti di bambini piccoli fanno capire tuttavia che non vi è modo per tenerli lontani dai mali della vita:

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Una ragazza americana ha raccontato un episodio curioso che ha visto protagonista sua cugina, una bambina. Quest’ultima era seduta sulle scale e guardava verso il soffitto, ridendo. La ragazza la nota e le chiede il motivo di quelle risate, la bambina risponde: «La donna con le trecce al collo fa le facce buffe». Cosa? – chiede la ragazza – e la bambina: «La signora che è appesa alla treccia mi fa ridere», poi comincia ad imitare, divertita, un’impiccagione.

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Una ragazza è chiamata a fare da babysitter ad una bambina di 5 anni. Il retro della casa è protetto da una fitta boscaglia, fatta di alberi e piante selvatiche. La piccola osserva dalla finestra il bosco e non si muove. Quando la babysitter cerca di capire il motivo di quel comportamento, la bambina dice: «Le vedi le persone appese agli alberi?»

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Una donna ha raccontato che una sera, come suo solito, baciò la fronte del marito in presenza della loro piccola, che inaspettatamente chiede di non ripetere mai più che gesto. La madre chiede il perché, lei risponde: «Karina ti ucciderà se non la smetti». Karina era il nome dell’ex fidanzata del marito, deceduta tre settimane prima di quell’episodio.

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Una ragazza racconta un episodio avvenuto durante la sua infanzia, poi ricordatole dalla madre. Da bambina, a casa, fissava il suo sguardo nel vuoto. Interrogata dalla madre, le spiega: «C’è una bambina nera, poi bianca, poi di nuovo nera e poi bianca». Dopo alcune ricerche, la donna scopre che in passato, in quella stessa casa, una bambina perse la vita in un incendio.

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Un bambino accompagna la madre ad un’asta di oggetti d’antiquariato che si tiene in una casa privata. La donna chiede al bambino di sedersi affinché lei possa dare un’occhiata in giro in tranquillità. Accanto al piccolo erano esposti alcuni oggetti di cristallo, così una donna gli si avvicina e dice di stare attento, perché quegli oggetti erano i suoi. La madre intravede il bambino che parla con qualcuno e, finito il giro, chiede di quella conversazione. Il bambino riporta le parole della vecchia signora. Poi, passando davanti ad un dipinto, il piccolo attira l’attenzione della madre dicendo che la signora con cui aveva parlato poco prima era quella del quadro. La donna chiede informazioni sull’identità della donna e le spiegano che era la proprietaria dell’appartamento e degli oggetti all’asta, morta qualche anno prima.

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«Mia figlia – racconta una donna – da piccola aveva un’amica immaginaria di nome Victoria. Poi arrivò il giorno del trasloco in un’altra casa, così ne approfittai per liberarla dall’amica immaginaria, dicendo che non poteva venire. Lei mi disse: “Victoria vuole sapere se non può venire perché è brutta e ha un buco in fronte”».

Fonte http://www.lanonaporta.net/

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