“Un cordiale, per favore”. Il liquore simbolo dell’Italia di una volta e… della leva

“Un cordiale, per favore”. Il liquore simbolo dell’Italia di una volta e… della leva

Sarebbe l’essenza di lampone a dare al liquore il nome di Cordiale. Un’essenza di erbe dalla gradazione alcolica vicina ai 40°. E che ha origine francese, anche se in Italia è diffuso da oltre mezzo secolo.

E’ stato il simbolo dell’Italia del boom, pur diffuso nei caffè prima della Seconda Guerra Mondiale. Un liquore da bere con gli amici, magari la domenica dopo la messa, in epoche in cui cocktail e amari erano sì noti ai barman di mezzo mondo, ma non così diffusi.

Nei bistrot, infatti, si entrava in occasioni particolari considerando che i costi delle bevande e lo stile di vita dell’italiano medio degli Anni ’30, ’40, ’50 era diametralmente opposto a quello odierno.

Differente storia nei bari di paese o in quelli di quartiere. Listini più cheap e il cordiale come bevanda popolare. Da accompagnare ad una conversazione o per scaldarsi in inverno.

E “scaldava” il cordiale, non solo gli avventori dei bar. Per decenni bottiglie mignon e bustine hanno infatti accompagnato le guardie dei militari di leva. Era distribuito in caserma o nelle razioni da combattimento.

Ad appena 15 anni dalla fine della leva il mondo sembra già cambiato d’un secolo. E non solo è difficile trovare un cordiale in un bar, ma tanti simbolo dell’Italia di un tempo sono scomparsi.

Sebbene non più fruibile ovunque la tradizione del cordiale continua grazie anche all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze che continua a produrre la versione icona del servizio militare obbligatorio.

Questo, insieme alla cioccolata militare: fino a qualche anno fa ricordo, esclusivo, di chi ha prestato servizio di leva ora è un prodotto facilmente acquistabile. In pacchetto vintage, come era una volta.

Cordiale, cioccolata ma niente MILIT, la sigaretta del soldato: quella ormai appartiene alla Storia anche perché le Forze Armate di oggi tengono particolarmente alla salute del personale. E le sigarette no, quelle sono consegnate alla storia.

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