ASTON VILLA-BAYERN 1982, LA NOTTE MAGICA DI NIGEL SPINK

ASTON VILLA-BAYERN 1982, LA NOTTE MAGICA DI NIGEL SPINK

Sport, Football, pic: 26th May 1982, European Cup Final, Rotterdam, Aston Villa 1, v Bayern Munich 0, Aston Villa goalkeeper Nigel Spink about to come on to replace the injured goalie Jimmy Rimmer after ten minutes  (Photo by Bob Thomas/Getty Images)

L’entrata in campo di Nigel Spink – da avfc.co.uk

articolo di Giovanni Manenti

Una delle caratteristiche delle squadre che, a sorpresa, riescono a vincere un campionato è quasi sempre costituita dalla possibilità di schierare durante la stagione una formazione base, utilizzando un numero ridotto di giocatori, regola alla quale non sfugge neppure l’Aston Villa che nella “First Division inglese del 1981 approfitta dell’unica occasione in cui in un ventennio – dal 1971/72 al 1990/91 – il Liverpool, dominatore delle due decadi con 11 titoli al suo attivo, si piazza al di sotto del terzo posto, pur aggiudicandosi la Coppa di Lega e la Coppa dei Campioni, superando in finale per 1-0 il Real Madrid.

E difatti, nel riportare al “Villa Park” un titolo atteso da ben 71 anni, l’Aston Villa impiega appena 14 giocatori, sette dei quali disputano l’intera stagione senza saltare neppure un incontro, con l’unica vera alternativa agli “undici” titolari costituita dall’alternarsi, nel ruolo di terzino sinistro, tra Gary Williams e Colin Gibson, per una formazione che così recitava: Rimmer; Swain, Williams (Gibson); Evans, McNaught, Mortimer; Bremner, Shaw, Withe, Cowans, Morley, sotto la guida dell’esperto tecnico Ron Saunders.

Altrettanto normale che, dopo un exploit del genere, l’anno seguente il rendimento in campionato sia ben diverso ed, infatti, non appena i “Villans” si accorgono di essere tagliati fuori dalla lotta per il titolo – termineranno la “League” all’undicesimo posto – concentrano tutti i loro sforzi sulla Coppa dei Campioni dove, dopo aver superato agevolmente il primo turno contro gli islandesi del Valur, erano giunti ai quarti di f1inale rischiando nel turno successivo contro gli ostici tedeschi orientali della Dynamo Berlino che, sconfitti in casa loro per 2-1 grazie ad una doppietta di Tony Morley, avevano espugnato il Villa Park per 1-0 al ritorno, consentendo alla squadra inglese di proseguire nella competizione solo in virtù del maggior numero di reti segnate in trasferta.

Il sorteggio dei quarti abbina l’Aston Villa ai temibili sovietici della Dynamo Kiev, mentre i campioni in carica del Liverpool, anch’essi approdati a detto stadio della manifestazione, vengono accoppiati ai bulgari del CSKA Sofia che, inaspettatamente, ribaltano in casa lo 0-1 subito ad “Anfield Road” per una clamorosa eliminazione di Dalglish & Co.

Peraltro, al “Villa Park” le cose non vanno molto bene, in quanto dopo una serie di sei sconfitte in otto gare di campionato, il manager Ron Saunders rassegna le dimissioni il 9 febbraio 1982, venendo rilevato nell’incarico dal suo vice Tony Barton, alla sua prima esperienza da tecnico di una prima squadra.

L’appuntamento in terra ucraina è fissato per il 3 marzo 1982 e la ben organizzata e compatta difesa inglese svolge alla perfezione il proprio compito – alla fine risulterà la meno battuta di tutta la competizione, con sole due reti (quelle realizzate dalla Dynamo Berlino) al passivo – chiudendo l’incontro sul risultato di partenza ed affidandosi al match di ritorno, in programma il 17 marzo, e concluso sul 2-0 grazie alle reti di Shaw e McNaught, per proseguire il cammino e cercare di mantenere la Coppa Campioni in Inghilterra per il sesto anno consecutivo.

Avversaria della semifinale, mentre al CSKA toccano i tedeschi ovest del Bayern Monaco, è la pluridecorata formazione belga dell’Anderlecht, che l’anno prima aveva vinto il suo 17.mo titolo e che poteva contare su di una fortissima difesa imperniata sul portiere Munaron, Morten Olsen, Peruzovic, Hofkens e Renquin, mentre a centrocampo si avvaleva del talento di giocatori del calibro di Ludo Coeck, Lozano e Vercauteren ad innescare le punte Geurts e Brylle.

L’andata è stavolta in programma a Birmingham il 7 aprile, ed ancora una volta è Tony Morley – che risulterà l’uomo decisivo della Coppa – a siglare l’unica rete della contesa che consente all’Aston Villa di resistere due settimane dopo agli assalti dei “bianco-malva” e di portare a casa un altro 0-0 che schiude le porte per la finale di Rotterdam, in cui dovrà affrontare i tedeschi del Bayern Monaco che, dopo aver anch’essi subito la “legge di Sofia“, uscendone sconfitti per 3-4, “schiantano” il CSKA all’Olympia Stadion con un netto 4-0 certificato dalle doppiette dei suoi “leader” Breitner e Karl-Heinz Rummenigge.

L’attesa per l’atto conclusivo previsto al “De Kuip Stadium” di Rotterdam il 26 maggio 1982 è fremente, ed anche se i tedeschi sono i logici favoriti, volendo rinverdire un successo che manca loro dal 1976, ci si attende che la gara verta sul confronto tra l’attacco dei bavaresi (20 reti segnate nelle otto gare disputate) e l’arcigna difesa inglese, con sole due reti al passivo.

Ma questa certezza sembra incrinarsi quando, dopo appena 10′ dal fischio d’inizio dell’arbitro francese Georges Konrath, il portiere inglese e veterano di mille battaglie Jimmy Rimmer chiede il cambio per il riacutizzarsi di un problema alla spalla, venendo sostituito dalla riserva Nigel Spink; ora, dovete sapere che Spink, all’epoca ventiquattrenne, era approdato all’Aston Villa nel 1977 come riserva di Rimmer, ma in cinque anni aveva disputato “una sola gara” di campionato, il 26 dicembre 1979, nella sconfitta esterna per 1-2 sul campo del Nottingham Forest e potete pertanto immaginare quale fosse lo sconforto dei “supporters” inglesi, vedendo uscire uno dei punti di forza della loro squadra.

Comunque, dopo un promettente approccio alla gara da parte inglese, come era logico attendersi sono i tedeschi a prendere il comando delle operazioni e, prima Durnberger e poi Rummenigge hanno la possibilità di mettere alla prova i riflessi di Spink, che risponde da par suo per poi ringraziare la dea bendata per una “classica” mezza rovesciata tipica del repertorio di Rummenigge che esce di poco alla sua sinistra.

Chiusa la prima frazione di gioco sullo 0-0, la pressione del Bayern, trascinata da un Augenthaler imperioso nelle sue uscite dalla difesa palla al piede ad impostare l’azione offensiva, si fa sempre più asfissiante e, dopo che lo stesso Augenthaler, proiettatosi in area avversaria, fallisce una clamorosa occasione angolando troppo il tiro che termina a lato da ottima posizione, una percussione di Durnberger pone l’ala tedesca in condizione di battere a rete dopo uno scambio in area con Breitner da non più di dieci metri, trovando sulla sua strada l’opposizione di uno straordinario Spink che, tuffatosi sulla sua destra, riesce addirittura a bloccare la conclusione a fil di palo.

E, dove non può arrivare Spink, ci pensa il suo compagno di reparto Swain a salvare sulla linea di porta un preciso colpo di testa del “solito” Augenthaler che, avendo avviato l’azione, si era portato in area pronto a raccogliere il cross dalla destra di Breitner, tutte avvisaglie che facevano presagire come il fortino dell’Aston Villa stesse per capitolare da un momento all’altro.

Ma, dopo che Spink aveva ancora sbrogliato una difficile situazione gettandosi sui piedi del centravanti bavarese Hoeness, ecco che proprio lui perde un contrasto con Withe nel cerchio di centrocampo, con la palla appoggiata dal capitano Mortimer a Gary Shaw che, sfruttando l’intelligente movimento dell’avanzato Williams sulla fascia sinistra ad “aprire” la difesa tedesca, pesca con un passaggio filtrante Morley in area avversaria e la guizzante ala, dopo essersi liberato in dribbling di un difensore, crossa al centro dove al liberissimo Withe non resta che toccare in rete da pochi passi la palla dell’1-0!!!

Siamo esattamente al 67′, vale a dire a metà ripresa, e tempo ce ne sarebbe per riequilibrare l’incontro, ma per i tedeschi, che avevano profuso tutte le loro energie per cercare di “scardinare” la difesa avversaria, il colpo è durissimo da assorbire e sino alla fine hanno un solo lampo, costituito da una rete di Hoeness a tre minuti dal termine annullata per fuorigioco dal direttore di gara.

E così, al fischio finale, si scatena la gioia irrefrenabile dei giocatori, tecnici e tifosi dei “Villans“, che possono alzare al cielo la “Coppa dalle grandi orecchie” e portare in trionfo il vero eroe della serata, quel Nigel Spink che, da una sola gara, riesce a guadagnarsi il posto da titolare che dalla stagione successiva manterrà sino al 1996 per un totale di 460 presenze complessive con il club.

Ma quante belle storie che consegna lo sport alla memoria ….

Fonte https://sport660.wordpress.com

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