Fumare marijuana in pausa pranzo avrebbe come diretta conseguenza, nella stragrande maggioranza degli uffici, la convocazione all’ufficio Risorse Umane. Tuttavia in America, dove recentemente le maglie del proibizionismo sulla cannabis si sono leggermente allargate, alcune aziende potrebbero addirittura finire per premiare i dipendenti ‘stonati’. Succede per esempio a Denver, dove l’azienda Flowhub (che fornisce software per l’industria della cannabis) si definisce weed-friendly (amica dello spinello) per stessa ammissione dei cofondatori Kyle Sherman e Chase Wiseman. “La nostra filosofia è che fumare marijuana può essere utile persino a lavorare meglio – dicono i due -, e se ciò accade non abbiamo il minimo problema a lasciare che i nostri dipendenti fumino sul lavoro, anzi. Spesso fumiamo proprio durante le riunioni più importanti, fumare cannabis aiuta a far emergere le idee più brillanti e innovative. Su questo abbiamo riscontri concreti”. Se in Colorado l’utilizzo ‘ricreativo’ della marijuana è legale da alcuni mesi, nel palazzo in cui ha sede l’azienda è in realtà vietato fumare, motivo per cui i dipendenti sono incoraggiati a consumare soprattutto bibite o dolcetti alla cannabis. Un altro esempio lo offre Brandon David, il capo delle vendite di un’importante azienda di software con base a San Francisco (ma ha preferito omettere il nome della società): “E’ risaputo che la maggior parte dei dipendenti della mia azienda fuma marijuana durante le ore di lavoro. Io lo faccio con un vaporizzatore che mi serve anche per questioni mediche. In una startup come la nostra ci sono talmente tante sfide quotidiane ed un livello di stress talmente alto che il consumo di cannabis aiuta a tenere sotto controlollo ansia e stress”. |