Emorroidi: tutto quello che c’è da sapere su cause, sintomi e cure
Le emorroidi rappresentano un problema fastidioso e diffuso. Ecco a cosa sono dovute , come curarle e prevenirne l’insorgenza
Molti ne soffrono, pochi ne parlano e vergogna e paura fanno ricorrere al medico solo nei casi estremi. Parliamo di emorroidi, un problema tanto fastidioso quanto diffuso. Si tratta di piccoli cuscinetti di tessuto spugnoso ed estremamente vascolarizzato, posizionati nel canale anale, il cui compito è permettere e favorire un’ evacuazione fisiologica e un’adeguata continenza a feci e gas.
La malattia emorroidaria si presenta, invece, quando, a causa di fenomeni degenerativi dei tessuti e dei mezzi di sostegno naturale degli stessi, il tessuto prolassa progressivamente verso l’esterno.CLASSIFICAZIONE: A seconda della zona presso cui prendono forma le emorroidi possono essere sia interne che esterne: le emorroidi interne si formano sopra gli sfinteri anali che controllano l’apertura del retto, al di sotto della membrana mucosa, per cui non possono essere apprezzate visivamente dall’esterno, se non applicando una forte pressione o nel corso di movimenti intestinali che ne permettono la protrusione. Le emorroidi esterne, invece, si formano all’altezza degli sfinteri ,sono sottocutanee, di solito sporgono in modo visibile e sono di colore rosso-bluastro. Il più delle volte hanno consistenza morbida, ma quando si forma un coagulo diventano dure al tatto.
Le emorroidi, per semplificarne la trattazione, si classificano in : emorroidi di primo grado(sanguignano durante la defecazione ma non prolassano all’interno del canale); emorroidi di secondo grado (collassano e ritornano al loro posto automaticamente e senza sanguinare), emorroidi di terzo grado ( collassano ma possono essere spinte indietro attraverso il dito), emorroidi di quarto grado (collassano ma non è possibile spostarle dalla loro posizione). CAUSE: Tra le cause che generano la comparsa delle emorroidi: la stipsi, dovuta, nella maggior parte dei casi, ad un’alimentazione errata, povera di fibre, troppo ricca di alimenti irritanti, speziati, fritti, stagionati, difficili da digerire, abuso di alcolici, fumo, abuso di clisteri e lassativi, obesità, debolezza congenita delle pareti vasali, sedentarietà, cattive abitudini igieniche (es. fermarsi in bagno a leggere per lungo tempo oppure non assecondare subito lo stimolo dell’evacuazione, trattenendo le feci); variazioni dei livelli ormonali nelle donne (es. ciclo mestruale, gravidanza, menopausa, ovulazione), alcuni sport (es. equitazione, body building, ciclismo, motociclismo), praticati con intensità e frequenza tale da provocare continue sollecitazioni e traumi nella zona ano-rettale, indebolendo i tessuti emorroidali; alcune malattie epatiche come la cirrosi che si associano alla comparsa delle emorroidi in conseguenza dell’ ipertensione portale.
SINTOMI: Tra i sintomi più comuni della patologia emorroidaria vi sono sanguinamento, che generalmente compare in forma lieve, richiamando l’attenzione del malato per la presenza di striature rosse nelle feci o per la fuoriuscita di qualche goccia di sangue negli istanti che seguono la defecazione. Possono verificarsi anche prurito, sensazione di fastidio e bruciore nella zona anale, prolasso, gonfiore e secrezione. Tuttavia, in alcuni casi, le emorroidi possono risultare del tutto asintomatiche. DIAGNOSI: In presenza di questi sintomi, è necessario recarsi dal proctologo che effettuerà la diagnosi attraverso un’accurata anamnesi ed un attento esame obiettivo, seguito da un esame digitale, eseguito col paziente in posizione laterale sinistra, detta Sims, in posizione prona, detta di Jack-knife, o in posizione ginecologica, per valutare l’aspetto della cute perianale, la presenza di cute infiammata o di esiti di pregressa trombosi, eventuali ragadi, fistole, segni di infezione o ascessi in atto e la presenza di prolasso muco-emorroidario. In secondo luogo, il medico effettuerà in genere unaproctoscopia per una valutazione visiva diretta del canale anale, programmando, se necessario, una colonscopia, utile ad escludere la presenza di altre patologie rettali o coliche. Altro esame, da alcuni utilizzato a completamento, è la videoproctoscopia digitale.
CURA: Tra i farmaci utilizzati per la cura delle emorroidi: anestetici locali, antisettici; astringenti; protectans; vasocostrittori e corticosteroidi.Diversi gli interventi ambulatoriali per le emorroidi. Tra questi, la legatura elastica, consistente nell’applicare un elastico alla base dei gavoccioli emorroidari interni, allo scopo di impedire l’afflusso di sangue all’emorroide. Nel giro di una settimana/10 giorni, si provoca la necrosi dell’emorroide e la consegunte caduta dell’elastico. Impiegati anche la laserterapia, la crioterapia selettiva delle emorroidi con impiego di protossido d’azoto; la scleroterapia con iniezioni o coagulazione a raggi infrarossi. Nonostante gli interventi chirurgici non siano molto richiesti, tra le tecniche utilizzate: dilatazione, legatura doppler, sfinterotomia, emorroidectomia, emorroidectomia pinzata. PREVENZIONE: La prevenzione delle emorroidi passa, oltre che per le regole alimentari, puntando su pasti leggeri, con abbondante assunzione di fibre sotto forma di verdure, frutta e cereali oltre che di acqua, anche per la modifica di alcuni stili di vita e abitudini particolarmente dannosi, nel medio-lungo periodo. Occorre non sforzarsi durante la defecazione, andare in bagno non appena si sente lo stimolo, evitare la vita sedentaria, praticare una regolare attività fisica anche per tenere sotto controllo il peso corporeo, scongiurando l’obesità.