Pensate alle delicate operazioni chirurgiche e alle complesse terapie farmacologiche che oggi la scienza è in grado di offrire all’umanità. Alcune sembrano essere tuttora fantascienza o addirittura magia, interventi che mai avremmo immaginato praticabili fino a pochi decenni fa. E ancor meno ipotizzabili lo erano nel remoto passato, quando – per curare disordini e patologie mentali – venivano utilizzate pratiche al limite della tortura.

TRAPANAZIONE

Le prime tracce dell’esistenza di disturbi mentali risalgono al neolitico, tuttavia i nostri avi non potevano considerarli dal punto di vista scientifico e associavano la “pazzia” all’influenza di entità immateriali al pari di demoni e divinità. La cura prevista in questi casi era la trapanazione: al paziente (o vittima) veniva trapanato il cranio con l’uso di strumenti rudimentali e dunque ne veniva asportata una porzione per consentire la fuoriuscita degli spiriti. Il metodo venne poi abbandonato per l’alto tasso di mortalità.

ESORCISMO

Praticato inizialmente da babilonesi ed egiziani, le cui popolazioni associavano l’instabilità mentale alla presenza di forze demoniache all’interno del corpo. L’esorcismo venne poi adottato anche dai cristiani durante il Medioevo: si tentava di convincere il diavolo ad uscire e, in caso di mancata riuscita, veniva utilizzato qualsiasi tipo di umiliazione nei confronti del “contenitore del diavolo”. Sembrerà strano ma l’esorcismo è praticato ancora oggi, anche dalla moderna Chiesa cattolica.

TERAPIA ARTISTICA

Fortunatamente qualcuno aveva il buon senso di mettere da parte trapani e umiliazioni. Nell’Antico Egitto chi soffriva di disagi mentali veniva avviato ad una terapia artistica che prevedeva l’avvicinamento del paziente alla pittura, alla danza e alla musica. Una terapia che tuttora viene impiegata in alcuni ambiti della psichiatria.

SALASSO

Sempre dall’Antico Egitto, ma ben diversa da quella precedente era la terapia del salasso. Si tratta di una tecnica ripresa da molte popolazioni del mondo, tra cui romani e greci, e consisteva nella fuoriuscita del “sangue cattivo” attraverso un taglio praticato alla vena cubitale mediana, vicino al gomito. Una tecnica che rientrava nella più ampia disciplina dell’equilibrio dei quattro umori.

PURGHE

Per espellere le malattie mentali alcuni usavano semplicemente purgare i pazienti. Il principio è lo stesso dei casi precedenti, ossia la fuoriuscita del male rinchiuso all’interno del corpo. In antichità erano molte le popolazioni a praticarle, ad esempio nelle Americhe si utilizzava il tabacco per causare il vomito, mentre gli arabi preferivano un preparato di rabarbaro e senna ad effetto lassativo.